Apprezzo moltissimo la motivazione espressa dalla giuria per l’attribuzione di un premio.
Le motivazioni aiutano a crescere e migliorarsi, e sono sincera nell’affermare che spesso evidenziano aspetti dell’opera cui non avevo conferito lo stesso peso e ignorano parti che invece pensavo fossero le più rappresentative del mio pensiero.
Di seguito riporto le motivazioni date alle mie opere premiate:
Motivazione della giuria:
L’ampio testo proposto pienamente coerente con il tema del premio è abbastanza aderente al genere del saggio storico, offre un panorama generale sull’argomento, privilegiando la prospettiva giuridica rispetto a quella sociale.
Presenta anzitutto definizioni e teorie sulla devianza, con riferimento a diversi autori, da Beccaria a Lombroso a Manselli. Un excursus sul rapporto tra il fenomeno della devianza e la legislazione, dall’epoca romana in poi, si specifica poi nell’analisi delle principali persecuzioni, a cominciare da quelle antisemite e quelle contro gli eretici, e dei metodi repressivi: a partire dalla individuazione delle forme di criminalità allo svolgimento dei processi, alla tipologia delle pene, alla discussione sul diritto di asilo.
Accanto ai riferimenti prevalentemente giuridici, e a qualche richiamo specifico alle donne, non mancano alcuni rimandi letterari.
Unanimemente la giuria, apprezzando l’organizzazione essenziale e schematica del testo e la chiarezza di linguaggio, conviene per l’assegnazione del premio.
Motivazione della giuria:
La giuria ha indicato come vincitore la Sig.ra Lozzi per l’atmosfera sospesa nel tempo, rinchiusa in una cornice di ricordi e pensieri. L’autrice coglie emozioni di una terra lontana con un’intensità che tocca un forte lirismo.
Motivazione della giuria presieduta dal prof. Diego Martina, poeta, studioso e traduttore di poesia giapponese moderna e contemporanea:
La curva dell’arcobaleno si fa ponte tra il vecchio e il nuovo mondo, ma gli ostacoli che solitamente ci si
aspetterebbe di trovare in un passaggio di così grande portata sono invece azzerati in virtù dello slancio con cui si è decisi a compiere il grande passo. La toriawase del secondo e terzo verso contribuiscono a donare una tinta
metaforica al kigo estivo “arcobaleno”. Dal punto di vista stilistico, poi, l’enjambement al secondo verso costituisce un ulteriore “ponte” che il lettore attraversa per giungere alla meta del “nuovo mondo” rivelata nella chiusa dello haiku.
Motivazione di Alessandro Quasimodo letta in fase di premiazione:
Lo stupore e la gioia progressiva di far entrare nella propria stanza i raggi del sole e la riva di una spiaggia, imprimono leggerezza al testo che si serve di suggestioni visive e uditive.
Il nesso tra le orme che scompaiono e il desiderio di cancellare gli errori commessi, dona maggiore spessore al messaggio comunicativo.
Il particolare concreto della conchiglia annulla la distanza tra realtà e sogno in un ritmo che invita ad evadere dall’angusta realtà.
Motivazione della giuria:
Straordinaria la tecnica cinematografica utilizzata dall’autrice che a tutta prima ci porta direttamente dentro un quadro naturale così vivo da sentirne gli odori, le sensazioni dell’acqua su mani e piedi.
L’immagine è così nitida che quel “coprirsi dai raggi del sole col dorso della mano” ci porta mille volte bambini sulla spiaggia a compiere lo stesso gesto. Ma poi ecco l’originalità e bellezza erompere, dopo una dolcissima sospensione, “e…”, per restituirci una realtà che non si pone in antitesi emozionale ma in perfetta empatia.
Non c’è rimpianto per il tempo che passa ma un sorriso nel prendere coscienza che quel suono della conchiglia è stato la spinta emozionale per vivere un momento di sorpresa, assai raro nella vita contemporanea.
Motivazione della giuria:
Correttamente strutturato, il testo evidenzia nel viaggio il fascino della libertà senza costrizioni, impreziosendolo tramite una vivace nota coloristica.
Motivazione della giuria:
Il testo rievoca l’impossibile amore dei due personaggi verghiani. La poetessa di Lomagna medita sul destino dei due, scritto da altri. La loro vita, infatti, si svolge su “trame ordite da altri” e su giorni “non vissuti”. In un buon collegamento intertestuale, il testo si avvicina con una sensibilità moderna al romanzo principe del verismo; lo stacca dalla letteratura, lo fa rivivere nella sensibilità del lettore per farne un tipo ideale di situazione verificabile in ogni tempo.
Motivazione della giuria:
L’analisi critica delle opere oggetto del concorso è introdotta da un riassunto dettagliato delle loro trame. Quindi vengono evidenziati gli elementi autobiografici e i molteplici influssi culturali e letterari che sostanziano i poemi e il carme elegiaco.
Una parte consistente dell’indagine proposta riguarda particolarità linguistiche, strutturali e stilistiche comuni alle tre opere con l’evidente intento di sottolineare l’unitarietà dell’ispirazione poetica sicheriana e avallare la paternità dell’opera da poco scoperta.
Particolare attenzione è riservata all’individuazione di figure retoriche ricorrenti. Con l’esame di questi aspetti il lavoro critico risponde alle richieste del bando.
Un interessante contributo offerto dal saggio riguarda la ricerca dei riscontri che la produzione di Sicheri ebbe nell’ambiente letterario a lui coevo. Da essa risulta che il nostro autore fu conosciuto e apprezzato mentre era in vita.
Presentazione dell’opera e motivazione del premio letta in fase di premiazione:
Il secondo premio va a Erato questo pseudonimo bellissimo che ha preso la signora Barbara Lozzi per affrontare il tema proposto dal concorso. Il lavoro critico portato avanti da Erato risponde pienamente alle richieste del bando, è ampio e affronta tutti i nodi che si dovevano affrontare per approfondire le tre opere. Erato affronta prima di tutto l’esame delle opere dandone un riassunto dettagliato delle trame, poi mette in luce gli aspetti autobiografici e gli influssi molteplici culturali che permeano questo poema e il carme elegiaco, poi dedica una buona parte del suo lavoro all’indagine stilistico-formale. Qui si vede che profonde cure delle sue migliori competenze proprio cercando di portare avanti un’indagine che metta in risalto l’unitarietà anche dell’ispirazione sicheriana attraverso le ricorrenze lessicali, di figure sintattiche; quindi, un lavoro prezioso che poi è molto utile anche quando lei deve tirare un po’ le somme del discorso a proposito della attribuzione del carme elegiaco al nostro Sicheri. Quindi il lavoro critico fatto da Erato è approfondito, è vasto, e contiene anche elementi che soddisfano l’esigenza di portare ulteriori elementi di conoscenza del nostro poeta. Abbiamo apprezzato in particolare il tentativo, e anche la scoperta che lei ha fatto di come Sicheri è stato accolto anche nella comunità letteraria del suo tempo. Ha fatto un accenno molto interessante al giudizio di Cletto Arrighi, ad esempio, che a proposito di Trasformazioni ci parla proprio di “doti non ordinarie” in possesso del nostro poeta e di “molta vena” anche se con qualche difetto. Però è una delle attestazioni interessanti del fatto che questo autore che per molti aspetti risulta ancora un po’ oscuro nelle sue attività che ebbe sia nel periodo ticinese che nel periodo milanese, insomma, è una prova questa del fatto che lui partecipò al dibattito culturale e fu apprezzato. Probabilmente qui c’è da cercare ancora, c’è da capire ancora, c’è da vedere ancora se, insomma, e come, i suoi contemporanei risposero alle sue opere. È innegabile che lui essendo anche un professore sia a Milano, che Ascona eccetera, sicuramente aveva dei contatti, dei rapporti, quindi, sicuramente ci devono essere anche altri pronunciamenti sulla sua opera da parte appunto dei critici del tempo, degli amici, di gente comunque interessata. Questo è stato interessante, particolarmente apprezzato anche dalla nostra giuria. Ecco direi che il lavoro critico portato avanti da Barbara Lozzi è stato veramente apprezzato da noi e come tale diciamo che ha avuto meritatamente il secondo posto.
Motivazione di Anna Maria Fabbroni, discendente trasversale della poetessa Maria Virginia e presidente di giuria:
Aggiungerei, se possibile, un altro titolo a questa poesia per esempio, ‘La poetessa e il Fantasma’, perché qui si tratta di un fantasma. Ormai lui è solo un simulacro d’uomo, avviluppato e tutt’uno con la nebbia autunnale, che svanisce a poco a poco nella mente di Lei… una Lei svagata, persa per altre spiagge più avventurose, fatte di sabbie più ferme e ‘non mobili’ come quelle intorno a Lui, che minacciavano d’inghiottirla. Era stato un amore abortito quasi subito; già gli ultimi baci sapevano d’addio… erano baci che cercavano scuse di altre bocche ed altri luoghi… insomma, il perimetro di quella panchina non le bastava più. E la lettera, scritta piano e di malavoglia, diventerà il lenzuolo funebre che insieme alla nebbia, glielo toglierà del tutto dal cuore.
Motivazione della giuria:
Il ricordo e “l’odore della nostalgia” ricamano di gentilezza e soffusa malinconia il passato in cui tutto si compone in un ordine naturale pienamente accettato. Anche la dissoluzione del paesaggio e dei ricordi è accettata nella consapevolezza che “siamo bolle di sapone/. Leggere e fragili/in balia dei sospiri/che ingenui/ci lanciano lontano”. Il mondo della poetessa romano-lombarda, pur frastagliato in mille luccichii, è tessuto di armonia e delicatezza; vi si stagliano e si compongono le umane condizioni e umani sentimenti. L’anima percorre fiduciosa la strada del ricordo, perché la conosce. E alla ragione che vorrebbe sapere qualcosa di più della vita la poetessa lancia un invito quasi oraziano:” Allora non insistere/Gioisci dei futili passatempi e degli inutili discorsi”.
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