VINCENZO NAVARRO: BUON MEDICO E BUON POETA
Sonetto dopo sonetto, senza rendermene conto, facevo leva sulle mie reminiscenze scolastiche. Davanti a lacune approfondivo con la ricerca e con lo studio (…). Ogni sonetto era come un tassello di un puzzle che si andava lentamente componendo nella mia mente. Sapevo che quelle parole non sarebbero più state solo sillabe su una pagina, ma un viaggio attraverso la storia.
Il presente lavoro ha come oggetto lo studio e l’analisi dell’ultima opera del poeta Vincenzo Navarro da Ribera, L’apocalissi politica, interamente dedicata agli sconvolgimenti politici e territoriali avvenuti in un periodo compreso all’incirca tra la Restaurazione e l’Unificazione d’Italia. Il titolo dell’opera prende spunto da un pensiero dell’autore, espresso di rimando alle critiche che lo etichettavano o solo medico o solo poeta, ricusandogli qualunque forma di connubio tra professioni.
Il saggio si propone di offrire uno spaccato dello spessore linguistico del poeta riberese. Nel capitolo I si offre una panoramica della vita dell’Autore, del contesto storico in cui visse, e della critica cui fu oggetto assieme alle sue opere. Nel capitolo II si indagano gli aspetti strutturali dell’opera L’apocalissi politica, le figure retoriche utilizzate, si propone una parafrasi per ciascun sonetto, si analizza il testo dal punto di vista della terminologia e degli argomenti trattati. Nel capitolo III si raccontano le vicende politiche e storiche, suddivise per anno, evocate attraverso ciascun sonetto, che permettono di intravedere lo scorcio drammatico in cui versavano la Sicilia in particolare e l’Italia e l’Europa in generale. A corredo, l’appendice documentaria con le immagini recuperate nel corso delle ricerche, e l’elenco dei nomi dei personaggi menzionati.
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G.B. SICHERI: MISTRIOSO E TAGLIENTE POETA TRENTINO
Dalla prefazione di Ennio Lappi (visita il sito di Ennio) stenicense, studioso e profondo conoscitore della vita e delle vicende del Sicheri.
“Con acribia e profondo interesse ho letto questo lavoro di Barbara Lozzi che, con grande senso critico, ma con altrettanta educata delicatezza, si inoltra nei meandri di tre delle opere del poeta di Stenico sforzandosi per quanto possibile di estrapolarne l’intimo significato rendendolo fruibile anche al lettore meno avveduto.
E non nascondo la mia sorpresa, per non dire meraviglia, nel constatare la capacità di questa autrice, peraltro di origini non trentine e quindi priva delle conoscenze proprie di uno studioso locale, nell’entrare nel pensiero di un trentino tirolese dall’animo tormentato, per non dire dilaniato, tra il sacro e il profano, tra religione e occultismo, tra fedeltà asburgica e sviscerato irredentismo.
Sicheri fu un personaggio difficile, tormentato, ma capace di una lirica che di certo non fu e non è ancor oggi, sufficientemente apprezzata. La sua vita e le sue opere sono state in passato oggetto di studi che, basati colpevolmente più sulla vox populi che su basi documentarie, non hanno di certo giovato ad una sua collocazione in quella giusta luce che sicuramente meritava, ma mi piace constatare come qualcuno stia cercando con caparbietà e precisione di rimediare.
Barbara Lozzi si dimostra capace di questo, da tempo proiettata con sagacia nella ricerca puntigliosa e certosina di ogni piccola traccia che altri non hanno visto o addirittura tralasciato di proposito. La pubblicazione di questo suo lavoro non fa che rendere giustizia alla scarsa attenzione rivoltale da chi avrebbe potuto e dovuto riconoscere il suo impegno, passione e competenza nello studio del Sicheri che per molti decenni è stato letteralmente ignorato.
L’analisi approfondita di Lorenziade e Trasformazioni risulta lucida e per nulla condizionata da fattori esterni dove altri sono incorsi, mentre riguardo al contrastato carme “Degiorgi”, apocrifo fino a prova contraria, Lozzi vi si incunea con grande slancio riuscendo a portare a galla elementi che, se non decisivi, paiono senz’altro convincenti per una persuasiva attribuzione al Cangio.
Auspici sinceri quindi all’autrice per un proficuo e soddisfacente prosieguo nello studio di questo personaggio che, a buon titolo, può essere annoverato tra i maggiori letterati trentini.”
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RICORDI. PENSIERI E PAROLE DI UN TEMPO CHE FU
Questa seconda edizione, agognata e vissuta come un perpetuarsi della memoria, comprende tutte le liriche della prima edizione e si arricchisce di una sezione dedicata ad aforismi, pensieri e approfondimenti sulla lirica interessata.
Un panorama del mondo offerto con delicatezza e armonia, dove l’inverno “sferza il viso del giovine imberbe che s’attarda in piazza ma caldo focolare l’attende”, dove il contadino è “sapiente che fatica e sudore più dei soldi han valore”, e dove la nostalgia ha lo stesso odore “di brace e di castagne che sopra vi anneriscono”.
Una lettura piacevole, per chi ama la semplicità.
MENZIONE D’ONORE nella sezione silloge poetica al concorso “Rapide acque d’Anasso” ed. 2024.
SEGNALAZIONE DI MERITO nella sezione silloge poetica, al Concorso internazionale di narrativa e poesia “Montag”, I edizione 2020.
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EMOZIONI
C’è chi si lascia sopraffare, inerte, senza reagire, subendo le emozioni, rischiando di vivere l’amore come tormento, la felicità come angoscia, la realizzazione come vergogna. Emozioni vissute dunque come impedimenti, ed esperite in modo erroneo. Le emozioni non vengono gestite, bensì si lascia che siano queste a gestire l’animo e il corpo.
C’è chi lotta, invece, come una barca tra le onde del mare in tempesta, che alterna momenti di temporanea e apparente resa in balìa dei cavalloni, a momenti di strenua resistenza per non affondare. Con ammaccature e vele strappate si prosegue testardamente la propria rotta, anche se a volte le correnti trascinano lontano.
C’è chi resta indifferente, infine, e non si lascia intaccare dalle emozioni. C’è apatia. Si resta indenni, come un muro di gomma, qualunque cosa accade. Non si prova più nulla, forse perché la vita ha riserbato troppe delusioni e non ci si aspetta più alcunché, oppure perché si percepisce il mondo come qualcosa di ostile o di non vero e perciò si avverte il bisogno di tutelarsi. Non ci si espone. Forse ci si protegge?
Interiorità e introspezione, ma senza esagerare, senza appesantire, e sempre con una vena di ironia.
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RICORDI
Questa silloge raccoglie le liriche prodotte dal 2009 al 2020. Sono componimenti semplici e profondi, annotati su fogli e bigliettini, sparsi qua e là. Non erano destinate alla pubblicazione, ma solo al diletto personale.
Nel 2020 ho azzardato a presentare questa raccolta a un premio letterario, e inaspettatamente ha ottenuto una segnalazione come opera meritevole di pubblicazione. La prima edizione di Ricordi vede così la luce nel 2021.
“Ricordi” è evocazione in chiave poetica di immagini e situazioni nelle quali la natura ha un ruolo predominante, vitale. Liriche non fini a sé stesse, ma insieme di un mosaico capace di offrire una molteplicità caleidoscopica di riflessioni legate da un filo conduttore che si dipana empaticamente tra ricordo e nostalgia. La Poesia nella sua espressione più alta, in grado di evocare immagini, suoni, odori e sentimenti della vita che si fa Verso. La presente pubblicazione è il frutto della segnalazione ottenuta al Premio letterario indetto dalla casa editrice Montag, come opera meritevole di pubblicazione.
SEGNALAZIONE DI MERITO nella sezione silloge poetica, al Concorso internazionale di narrativa e poesia “Montag”, I edizione 2020.